Musei e Monumenti

Musei dell'Alto Vicentino

Descrizione

Museo dell'acqua

L'acqua è una presenza discreta sull'Altopiano di Asiago, e per questo è una risorsa moto preziosa. Il terreno carsico ne provoca la scomparsa quasi immediata dopo una pioggia o allo scioglimento delle nevi. Proprio perché sfuggente, l'acqua è una protagonista importante della vita, del lavoro e dell'immaginario dell'Altopiano. Per questo presso la casa rurale in località Kaberlaba, poco distante dal centro di Asiago, all'acqua è stato dedicato un museo.

SEZIONI E PATRIMONIO ESPOSITIVO

1 - L’ACQUA E LA MORFOLOGIA DEL TERRITORIO L’Altopiano dei 7 Comuni è per importanza il secondo massiccio carsico europeo dal quale fuoriesce la più copiosa sorgente valchiusana d’Europa ovvero l’Oliero. Ambiente e paesaggio sono pertanto caratterizzati da innumerevoli forme di carsismo sia profondo (ipogeo) che superficiale (epigeo). I temi sono: ciclo dell’acqua, carsismo, storia delle esplorazioni speleologiche.

2 - L’ACQUA E LA VITA DELL’UOMO Vivere in un territorio carsico al contempo ricco di piovosità, ma povero di copiose sorgenti perenni, ha fatto sì che l’uomo abbia sviluppato nel corso dei secoli innumerevoli sistemi per “catturare” e trattenere l’acqua a disposizione. I temi sono: relazione tra centri abitati e corsi d’acqua e sorgenti perenni, rogge, fontane, lavatoi, abbeveratoi, pozzi coperti, cisterne, fontanini, pozze d’alpeggio, ecc.;

3 - L’ACQUA E IL LAVORO DELL’UOMO Come nel resto dell’arco alpino, anche sull’Altopiano si è diffuso l’uso dell’energia idraulica a partire dal Medioevo. Le particolari condizioni climatiche ed economiche hanno favorito il diffondersi di diversi mestieri legati all’acqua nelle sue varie forme. I temi sono: i mulini e gli opifici in genere, l’uso dell’acqua nelle calcare, i vecchi mestieri quali lavandaia, giasàro, ecc.

4 - L’ACQUA E IL DIVERTIMENTO DELL’UOMO Nelle “forme” di ghiaccio e neve, i temi riguarderanno l’excursus storico e di costume delle pratiche sportive e turistiche quali sci, pattinaggio, giochi, sport, ecc.

5 – L’ACQUA E IL MONDO DELL’IMMAGINARIO L’altopiano è ricchissimo di leggende e personaggi fantastici riferibili alle saghe nordiche. Le leggende sono spesso legate a luoghi precisi e molte presentano dei riferimenti alla presenza dell’acqua. Nello sviluppo di questo tema, assumerà importanza anche la ricerca e conservazione dei moltissimi toponimi di origine cimbra.

6 – L’ACQUA E LA 1ª GUERRA MONDIALE Al fine dell’approvvigionamento d’acqua di truppe e animali presenti sul fronte altopianese, furono realizzate in poco tempo dal Genio Militare grandi opere idrauliche. La sezione riguarderà questo aspetto misconosciuto della Grande Guerra: acquedotti, stazioni di sollevamento, cisterne, piazzali di distribuzione, officine, ecc.

7 – L’ACQUA E L’INQUINAMENTO La risorsa acqua, quantità e qualità, l’importanza degli acquiferi carsici sotterranei, inquinamento e depurazione, l’utilizzo per usi civili e industriali, i trattamenti per reimmettere le acque reflue nell’ambiente. IL PERCORSO DIDATTICO “L’ANELLO DELL’ACQUA” Il percorso si snoda nelle immediate vicinanze della sede del Museo. Il filo conduttore dell’acqua lega tra loro le emergenze di carattere sia naturalistico che storico presenti nella possessione Kaberlaba: l’antica cisterna in lastre di pietra, il pozzo di raccolta delle acque meteoriche, le pozze d’alpeggio, l’antica strada comunale denominata “Prìa dell’acqua”, la città di roccia creata dall’erosione idrica ed altri fenomeni carsici sia epigei che ipogei, quali i karren o campi carreggiati e le cavità dette loch.

 

 


Museo all'aperto di Monte Zebio

Museo all'aperto di Monte Zebio Calarsi nelle trincee dove si nascondevano i soldati, percorrere i camminamenti scavati nella roccia, osservare il territorio dalle postazioni di vedetta... Tutto questo può dare un'idea, benché lontana dalla terribile realtà, di cosa volessero dire combattere tra queste montagne nella Grande Guerra.

Durante primo conflitto mondiale il monte Zebio, grazie alla sua posizione centrale, divenne un caposaldo importantissimo della linea di resistenza austriaca che (tra l'estate del 1916 e l'autunno del 1918) si snodava dalla Val d'Assa all'Ortigara. Per tale motivo esso venne attrezzato alla difesa con un complesso sistema di trincee, gallerie e postazioni in caverna ancor oggi in gran parte visibili. Nel corso dell'estate 1916 e soprattutto in occasione della Battaglia dell'Ortigara (10 - 25 giugno 1917) i reparti italiani attaccarono ripetutamente le posizioni austriache senza conseguire tuttavia alcun successo. Tristemente famosa è la vicenda della mina (realizzata dagli italiani sotto lo sperone della Lunetta a partire dall'autunno 1916) che scoppiò intempestivamente, forse a causa di un fulmine, l’8 giugno 1917 alle 17.30, (con due giorni di anticipo rispetto a quanto stabilito), causando anche la deflagrazione della contromina austriaca. 120 soldati italiani persero la vita: a questi vanno aggiunti oltre quaranta ufficiali della Brigata Catania che in quel momento stavano osservando dalla Lunetta le posizioni austriache in previsione della imminente Battaglia dell'Ortigara. Recentemente il Comune di Asiago, ha avviato il recupero e la valorizzazione delle posizioni austriache della Crocetta dello Zebio (immediatamente sovrastante la malga Zebio) e della cosiddetta Mina di Scalambron mediante la pulizia ed il consolidamento di parte della trincea di resistenza e del cratere della mina, il recupero delle postazioni, delle lapidi e dei baraccamenti posizionati nelle immediate retrovie e l'installazione di tabelle e pannelli esplicativi.

Nei pressi del Rifugio Stalder inoltre, è stato realizzato, sul tracciato di un vecchio camminamento italiano, un tratto di trincea a scopo didattico costituita da alcune sezioni “tipo” desunte dall'esame di materiale documentale d'epoca ed in particolare dalle disposizioni del Genio militare. Si è provveduto infine a risistemare l'adiacente ex cimitero militare ove sono stati sepolti numerosi caduti della Brigata Sassari e, più a sud, i resti del comando italiano di settore. Tutti gli ambiti interessati dagli interventi di sistemazione museale sono collegati da un percorso ad anello che ne consente una facile e sicura visita.

 

 


Museo della Grande Guerra - Battaglia dei Tre Monti

Il Museo della Grande Guerra 1915 - '18 di Sasso di Asiago è dedicato alla “Battaglia dei tre Monti”, che ebbe tra il Col del Rosso, il Col d'Ecchele e il Monte Valbella, teatri di durissimi scontri sia nel corso della Strafexpedition nel 1916, sia alla fine del 1917, che nelle successive “Battaglie dei Tre Monti” del gennaio e giugno del 1918. Punto strategico di rilevanza assoluta, i “Tre Monti” furono persi e riconquistati numerose volte fino a tutto il 1918. L’ultima riconquista italiana sarà dell’ottobre di quell’anno, quando l'esercito arrivò fino a Trento. I “Tre Monti” costituivano infatti il baluardo da superare per scendere nella pianura veneta, all’altezza di Breganze (VI): è qui che ebbe luogo il famoso “Natale di sangue” dell’Altopiano, che comportò la perdita dell’abitato di Sasso. E' uno dei siti dell'”Ecomuseo della Grande Guerra delle Prealpi Vicentine” e nel periodo estivo è sede di mostre, conferenze e proiezioni.

 


Museo Le Carceri

Il Museo Le Carceri è nato nel 2001, dalla ristrutturazione delle vecchie prigioni di Asiago. In disuso da decenni, la struttura è stata restaurata nel 2001, mantenendo praticamente inalterato il suo aspetto. Oggi questo spazio ospita numerose esposizioni d'arte. La sua conformazione interna, rimasta identica all'originale, consente di organizzare le mostre in modo originale, distribuendo le opere artistiche anche nelle stanze che un tempo erano le celle.

Dopo decenni di disuso, "Le Carceri" di Asiago sono state trasformate in un originale spazio espositivo, nel quale si allestiscono ora mostre temporanee proprio dove un tempo i detenuti erano tenuti in arresto. La destinazione originaria dell’edificio si intuisce dalle inferiate e le massicce porte in legno ancora presente, le spesse mura che si attraversano passando da una stanza all’altra quando si visitano le mostre prevalentemente d’arte contemporanea. Il dialogo tra l’ambiente austero e la ricerca artistica o i documenti, che trovano qui sempre nuovi e attraenti allestimenti, rendono ogni volta piacevole dedicare un po' di tempo alla scoperta delle proposte accolte in questo luogo suggestivo.

 


Museo Naturalistico Patrizio Rigoni

Il Museo Naturalistico Didattico “Patrizio Rigoni” si compone di 2 sale espositive, 5 ambienti prealpini, 8 espositori tematici, 1 aula didattica di educazione ambientale, exhibit multimediali, mostre temporanee e molto altro. Gli ambienti che sono stati ricreati nei diorami (ricostruzione di scenari) sono: il bosco misto e la faggeta, il bosco di abete rosso, il pascolo alpino e la pozza d’alpeggio e l’ambiente di alta quota. Il Museo, nell’accezione più attuale del termine, si propone come polo naturalistico-didattico che mantenga vivo nella popolazione l’interesse per la natura e le di concrete possibilità di sviluppare un’attenzione ancora più viva per il territorio dell’Altopiano. Le attività proposte sono molteplici, in museo e all’aperto, e vengono rapportate al livello di conoscenza di chi si avvicina a questo ambiente: bambini in età prescolare, bambini della scuola elementare, ragazzi che frequentano le scuole medie e gli istituti superiori, turisti…

Ultimo aggiornamento: 19/06/2024, 16:18

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